LA BIRRA FRIULANA

L’origine della birra si perde nella notte dei tempi. La sua produzione, infatti, iniziò
dove c’era coltivazione di cereali e da un loro iniziale intruglio con acqua e lievito selvaggio
fermentati, a poco a poco, si arrivò alla birra.
La fermentazione che ha originato la bevanda a base di orzo (1), pare sia stata scoperta
casualmente e contemporaneamente, in più parti del mondo.
Per questo motivo la birra, pur con caratteristiche diverse, è presente e gode di popolarità
ovunque.
Anche se non è possibile conoscere da quando l’uso di questa bevanda sia entrato nelle
abitudini della nostra regione, sappiamo che esso era notevole, come riporta Chino
Ermacora nel suo “Vino all’ombra”, pubblicato nel 1935, sul periodico “La Panarie”
Fu dall’inizio del 1800 che la ditta Moretti “Coloniali e granaglie” di Udine, attuò un intenso
commercio con la Carinzia dove acquistava barili di birra, che rivendeva nei locali pubblici
della città.
Si sa che durante il tragitto di ritorno i carri, trainati da cavalli, si fermavano a Moggio per
rifornirsi, in una piccola azienda artigianale, di sbarre di ghiaccio e di gassosa che, a quel
tempo, era molto richiesta.
Poiché i viaggi si facevano sempre più frequenti per il consumo sempre maggiore della
bevanda (2), Luigi Moretti decise di costruire all’inizio di viale Venezia, fuori le cinte murarie
della città, una fabbrica di birra alla quale diede il suo nome.
In città, ormai, le birrerie erano ben tredici e per l’acquisto di un ettolitro di “bionda",
spendevano quaranta lire: i tempi cambiano!
La più grande birreria del Friuli sorse accanto alla stessa fabbrica, ed esiste ancora, in
piazzale XXVI luglio, all’imbocco di Viale Venezia.
Qui gli avventori erano sempre numerosissimi in ogni stagione e, come scriveva l’
Ermacora:
“I bevitori accorrevano in folla a questo ritrovo: una novità per quei tempi.
Nelle afose sere d’estate vi si spillavano persino settemila bicchieri di birra”.
La mattina, la ressa era sempre grande.
Un ”giardinetto” (3) ed un grande boccale di birra servivano a stuzzicare l’appetito di
carrettieri e mercanti che entravano o uscivano dalla città.
La sera prima o dopo cena, professionisti e semplici cittadini, si ritrovavano sempre
numerosissimi per gustare una fresca… “bionda”.
All’inizio del 1900 il consumo e la produzione di birra ebbe un grande exploit.
La filossera ed altre malattie crittogamiche avevano decimato le viti, anche le più antiche
rendendo impossibile la vinificazione: la birra sostituì ottimamente il vino.
Nel 1903 in città, per la grande ed importante esposizione visitata anche dal re Vittorio
Emanuele III e dalla regina Elena, lo stand della birra Moretti fu eretto a forma di
gigantesco e spumeggiante boccale di birra.
Il consumo di questa bevanda crebbe ulteriormente in città.
Fu così che il cav. Francesco Dormisch trasferì da Resiutta a Udine, lungo il Ledra a
pochi metri da porta Villalta, la fabbrica (4) che aveva fondato nel 1875.

Nacquero altri birrifici artigianali che, però, non ebbero vita lunga: a Gemona (Pittini), a
Pordenone (Momi), e a Sacile.
Conosciuta anche all’estero come “la birra friulana” per il “carattere” e la superiorità
determinati dalla qualità degli elementi (5) con cui è prodotta, è una bevanda che sposa
ottimamente i nostri piatti regionali e può sostituire ottimamente anche il nostro vino.

1 Secondo gli archeologi, l’orzo è stato il primo cereale coltivato.
2 Ad esempio,nella birreria Moretti di Via Rialto, il consumo era di circa 500 ettolitri l’anno.
La storica birreria è stata soppiantata, da circa trent’anni, da un negozio di abbigliamento.
3 Era un piatto di salame, prosciutto, formaggio e pane con comino.
4 Il birrificio “Dormisch” mantenne questo nome sino al 1953, quando continuò la produzione per il
gruppo Peroni, assumendone anche il nome. La fabbrica, in disuso da decenni, fu devastata dalle
fiamme nel giugno del 1999 e, ormai, ne restano solo i muri fatiscenti che recano i segni di quel
disastroso incendio.
5 La percentuale di carbonato di calcio è determinante per la qualità di questo prodotto e da noi, infatti,
sono numerose le falde freatiche che forniscono acqua adatta alla birra.
Anche la” semina del lievito” per la fermentazione è favorita da microrganismi contenuti nell’aria. Essi,
in analogia a quanto avviene nella zona di san Daniele in cui è l’aria a determinare il gusto del
prosciutto, influiscono positivamente sulle cellule del lievito, favorendo la buona conservazione e la
maturazione della birra stessa.
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