a cura di Magda Minotti
Settembre e i “suoi” proverbi:
Setembar aiarôs
al met il vignâl in crôs.
Lune settembrine,
ogni cent une buine.
Il clip di Setembar
al môf il gjambar
Se Lui e Avost no madressin la ue,
Setembar al fâs asêt!
Bregon di tele e melons
in Setembar no son plui bogns!
Cuant la ciale e cjante in Setembar,
cui che al compre blave
al stâ mâl a tornâle a vendi
E je gustose la cantine
cuant che prepare plene la cantine.
Se Lui e Avost no madressin la ue,
Setembar al fâs asêt.
Un settembre caldo e asciutto
maturare fa ogni frutto.
Settembre bello,
sole e venticello.
Settembre,
per il povero è già inverno.
Settembre toglie e non rende.
Se gennaio riempie i fossi,
settembre colma le botti.
Se in settembre senti tonare
tini e botti puoi preparare.
In settembre
l’uva è matura e il fico pende.
A settembre si taglia ciò che pende.
Di settembre
o porta via i ponti
o secca le fonti.
Aria settembrina:
fresco la sera e fresco la mattina.
Brache, tela e meloni
di settembre non son più buoni.
Chi vendemmia troppo presto
svina debol e tutto agresto.
Quel che fa maggio,
fa settembre.
Chi lavora di settembre
fa bel solco e poco rende.
Starna settembrina
e una la sera , una la mattina.
Di settembre e d’agosto
bevi vino vecchio
e lascia stare il mosto.
Di settembre pioggia e luna
fan dei funghi la fortuna.
Tinca di maggio
e luccio di settembre.
Di primavera i fiori a schiera a schiera,
d’autunno i frutti a pugno a pugno.
Se di settembre canta la cicala,
non comprar merci né la roba.
Settembre,
la notte al dì contende.
Quando canta la cicala di settembre,
non comprar grano da vendere.
Caldo d’agosto
do e non dimostro,
caldo di settembre
cava e non rende.
La pioggia di settembre
è veleno per l’uva.
Pioggia di settembre
poco acquista e nulla rende.
Quello che leva il sol
l’acqua lo rende
fuor che nel mese di settembre.
Settembre, settembrotte
tanto il dì quanto la notte.
Settembre è il maggio dell’autunno.
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